martedì 30 luglio 2013

Lavorazione del terreno: quale aratro scegliere


L’obbiettivo delle lavorazioni è quello di aumentare la fertilità fisica del terreno; fondamentalmente ciò si ottienegrazie al ripristino di un corretto rapporto tra porosità e matrice solida del suolo stesso. Idealmente un terreno dovrebbe essere composto da circa il 50% di materiale solido e dal rimanente 50% da acqua e aria: quest’ultimo volume dovrebbe essere occupato per metà da acqua e per metà da aria. Il volume occupato dall’acqua e dall’aria rappresenta la porosità, che dipende a sua volta dal diametro delle diverse singole particelle che compongono il terreno (sabbia, limo e argilla) e da come queste particelle si aggregano tra loro (struttura), grazie all’azione dei colloidi minerali e organici e alle eventuali fessurazioni dovute alle lavorazioni.
In un ecosistema naturale il terreno presenta caratteristiche di stabilità e autoregolazione che consentono di mantenere elevata la fertilità fisica: attualmente si parla spesso di adottare tecniche di lavorazione di tipo “conservativo” per raggiungere tali caratteristiche. Essenzialmente tali tecniche prevedono una riduzione della profondità delle lavorazioni, l’uso di attrezzi discissori in sostituzione dell’aratro e l’adozione di minime lavorazioni o semine dirette.
La valutazione dell’influenza delle diverse lavorazioni del terreno va effettuata comunque nell’arco dell’intera rotazione agraria.
In questo contesto l’utilizzo dell’aratura non è da escludere sempre a priori: nei terreni argillosi tipici dei nostri comprensori sovente ci si trova in autunno con terreni fortemente destrutturati e compattati a causa del traffico di pesanti mezzi impiegati per le operazioni colturali.
Inoltre la presenza di abbondanti residui colturali rende indispensabile un'azione di interramento degli stessi, operazione effettuabile efficacemente con l’aratura.

L’aratro è un attrezzo complesso per il suo principio di funzionamento, per le sue regolazioni e per i numerosi accessori che influenzano il lavoro realizzato.
La scelta del tipo di aratro va quindi effettuata in base ai tipi prevalenti di suolo da lavorare, alle rotazioni colturali praticate e alla potenza della trattrice disponibile.
Ove possibile è da consigliare l’aratura fuorisolco, in quanto non provoca compattamenti. Il livello del compattamento è fortemente dipendente dall’umidità e dalla tessitura del terreno: aumenta all’aumentare dell’umidità e dell’argillosità dei suoli.

TIPOLOGIA DEL CORPO
Gli aratri si differenziano anche in base al tipo di versoio adottato. Il versoio solleva il terreno e lo rigira; il suo profilo determina uno sminuzzamento e un interramento completo dei residui in funzione della tessitura e dell’umidità del terreno stesso.

Corpo con versoio cilindrico
Ottima azione di sovescio, ideale per l’interramento di residui colturali. Profondità di lavoro da 30 a 45 cm.
Corpo con versoio universale (cilindro-elicoidale)
Adatto in terreni di medio impasto dove si possono tenere velocità di lavoro notevoli. Profondità di lavoro da 15 a 35 cm.
Corpo con versoio elicoidale
Ideale per terreni pesanti con profondità massima di 30 cm, consente un elevato sbriciolamento del terreno.
Corpo con versoio a losanga
Adatto per arature entrosolco con trattrici dotate di pneumatici di grandi dimensioni. Profondità massima 35 cm.
Corpo con versoio fenestrato
Ideale per terreni pesanti e umidi, consente uno sbriciolamento efficace dello strato lavorato. Profondità fino a 45 cm.

VOMERE
Il vomere è particolarmente soggetto a usura, operando di fatto come un coltello che taglia la base della fetta di terreno. Se i vomeri si consumano in maniera irregolare rendono difficile il mantenimento della geometria di lavoro, rendendo l’aratro ”sbilanciato”. I migliori vomeri sono fabbricati con acciai speciali multistrato autoaffilanti che si usurano in maniera uniforme.

LARGHEZZA DI LAVORO
Gli aratri più semplici presentano una larghezza di lavoro fissa: viceversa i polivomere reversibili più innovativi presentano un sistema di regolazione continua della larghezza di lavoro. A esempio i modelli Kverneland Full Variomat consentono di variare idraulicamente la larghezza del solco da 35 a 50 cm.

TESTATA
La testata per gli aratri reversibili deve poter supportare glielevati sforzi di trazione e consentire un rovesciamento di 180 gradi dell’aratro in maniera rapida e affidabile. La compattezza della testata permette di avvicinare il baricentro dell’aratro alla trattrice riducendo lo sforzo di sollevamento.

LA PROPOSTA DI TERREMERSE
Terremerse è rivenditore degli aratri Kverneland, che dispone di una gamma molto diversificata di aratri che partono da 2 fino ad arrivare a 7 corpi, con una gamma di accessori (avanvomeri, ruotini di appoggio, tipi di versoi, ecc.) in grado di soddisfare ogni esigenza.
Per i nostri ambienti consigliamo la serie LB, che da 3 fino a 6 corpi richiede potenze della trattrice da 90 a 200 CV.