giovedì 18 febbraio 2016

Specializzazione e aggregazione per la filiera ortofrutta



Il progetto di integrazione della filiera ortofrutta di Terremerse-Pempacorer con la Cooperativa Apofruit, di cui si è lungamente discusso durante la seconda parte del 2015, con il 1°gennaio 2016 è ufficialmente partito.

I presupposti di questo progetto si riassumono in due termini: specializzazione e aggregazione.
Specializzazione in quanto, in applicazione del progetto, Terremerse attraverso l’OP Pempacorer diventa l’organizzazione di riferimento delle due Cooperative per quello che concerne la gestione del prodotto destinato all’industria di trasformazione (pomodoro, orticole industriali, frutta da industria), mentre Apofruit si occuperà della gestione del prodotto fresco di entrambe le organizzazioni.
Aggregazione perché, con questa operazione, Terremerse-Pempacorer gestirà oltre 250.000 tons di prodotto da industria mentre Apofruit veicolerà sul mercato del fresco oltre 200.000 tons di prodotto, avendo quindi la possibilità di presentarsi sui mercati di riferimento con una maggior massa critica, checonsente di sviluppare strategie più articolate.


«Dal punto di vista dei Soci delle due Cooperative nulla cambia nell’operatività quotidiana: continueranno, infatti, ad avere un rapporto diretto con la cooperativa di riferimento, dialogheranno giornalmente con gli stessi tecnici e avranno anche vantaggi logistici perché potranno scegliere di portare il proprio prodotto, in base alle loro convenienze, indifferentemente a uno dei magazzini delle due strutture – spiega Alessandro Cenzuales,  Direttore settore Ortofrutta -. Questi saranno identificati, con apposite insegne, come magazzini o centri di raccolta Terremerse-Apofruit e verranno comunque gestiti operativamente in maniera integrata da Apofruit».

L’obiettivo che sottende all’operazione è quello di creare un vantaggio, non solo economico, per i soci delle due strutture.
Se da una parte, infatti, la concentrazione del processo industriale sul prodotto fresco genererà una maggior efficienza e di conseguenza minori costi di gestione (con un conseguente effetto positivo sull’entità delle liquidazioni), dall’altra, grazie a questo progetto, i soci avranno anche il vantaggio di poter accedere a maggiori opportunità in termini di scelte varietali, potendo quindi contare su più ampie possibilità di diversificazione per le proprie imprese agricole. Noce da frutta, melograno, kiwi rosso e giallo, sono solo alcune delle specie su cui si sta ragionando in termini di pianificazione varietale nell’ambito delle due Cooperative.

Nel corso di questo ultimo periodo si sono intensificate le iniziative comuni tra le due organizzazioni.
Il 27 gennaio scorso i Soci dell’area metapontina delle due Cooperative hanno avuto la possibilità di confrontarsi in un incontro tecnico che aveva per oggetto le caratteristiche della coltura del melograno e il programma OCM per gli investimenti per l’anno 2016, mentre 29 gennaio si è tenuto un incontro tecnico comune relativo al prodotto pomodoro. Ancora, nei mesi di febbraio e marzo si svolgeranno le assemblee territoriali in cui si affronteranno temi concreti che hanno un impatto importante nell’operatività dell’imprenditore agricolo: verranno proposti e discussi i nuovi regolamenti di conferimento comune (condizione necessaria per poter applicare lo stesso meccanismo di liquidazione, ma che possiamo già anticipare non oggetto di modifiche di grande rilevanza); verranno illustrate le modalità di rendicontazione OCM toccate anch’esse da qualche modifica in termini di gestione; verranno, inoltre, proposti dei momenti di approfondimento tecnico dove si affronteranno i temi dell’innovazione varietale che le due strutture sono già a oggi in grado di proporre.

Conclude Cenzuales: «Questo nuovo modello organizzativo, peraltro assolutamente innovativo nel panorama delle aziende, cooperative e non, operanti nel settore ortofrutticolo, è oggi una realtà. Molte persone di entrambe le Cooperative, a vari livelli di responsabilità e con compiti funzionali differenziati, hanno portato il loro contributo per rendere concretamente applicabile, nelle operazioni quotidiane, il modello operativo disegnato inizialmente sulla carta. Molto lavoro dovrà ancora essere fatto nei prossimi mesi per affinare ulteriormente tutte le procedure che consentano al nuovo modello organizzativo di funzionare al meglio. Il percorso è però definito e riteniamo che i benefici tangibili di questa operazione saranno presto chiari per i soci delle due Cooperative».