martedì 1 settembre 2015

Aumentare il reddito dei produttori



Il tema dell’aggregazione è un elemento molto sentito in tutto il comparto ortofrutticolo e in particolare nel mondo cooperativo. È, infatti, indubbio che affrontare le dinamiche di un mercato, sia esso nazionale o internazionale, che tende ormai storicamente a deprimere i prezzi di vendita dei prodotti ortofrutticoli, in maniera strutturata e coordinata, costituisca un’importante condizione per creare valore lungo tutta la filiera e in primis ai produttori.
L’aggregazione, però, di per sé non garantisce un valore aggiunto se non si basa su un progetto industriale chiaro e condiviso, che realmente consenta ai soggetti aggregati di muoversi in maniera coordinata e focalizzata al raggiungimento del fine ultimo, ossia di aumentare le potenzialità di reddito dei produttori.


Nello scorso mese di Aprile, la Cooperativa Terremerse/Pempacorer è stata avvicinata da altre importanti strutture, principalmente appartenenti al mondo cooperativo, per la costituzione di un’aggregazione finalizzata alla realizzazione di un progetto il cui obiettivo era quello di creare valore aggiunto sul prodotto pera. «Noi di Terrememrese abbiamo da subito condiviso l’idea (Terremerse attraverso l’O.P. Pempacorer già partecipava, infatti, al consorzio PeraItalia), ma non abbiamo condiviso il metodo, ossia l’assenza di un piano industriale alla base dell’aggregazione stessa – commenta Alessandro Cenzuales, Direttore Ortofrutta - Per questo motivo, dopo un serrato dibattito interno, abbiamo deciso di non aderire».
Prosegue in Direttore: «Durante lo svolgimento di questo dibattito, ci siamo resi conto che altre importanti organizzazioni, cooperative e non (tra cui Aprofruit, Salvi, Spreafico e Zani), pur condividendo l’idea di base avevano le stesse nostre perplessità. È quindi partito da subito un confronto molto intenso e trasparente tra il management di queste organizzazioni (e di altre che via via si sono aggiunte durante il percorso) che, durante i mesi di maggio e giugno, ha portato alla definizione di un progetto industriale condiviso»

Le cui caratteristiche principali del progetto sono:
• La creazione di un’organizzazione che sia aperta a soggetti industriali (ossia con il pieno controllo della filiera dalla produzione alla commercializzazione) di una certa dimensione (e non quindi direttamente ai singoli produttori) al fine di consentire un ragionamento su logiche industriali comuni.
• La possibilità che questa organizzazione possa ottimizzare il posizionamento dei propri membri non solo in ambito di una singola referenza (in questo caso il solo prodotto pera), ma che consenta di massimizzare il ritorno in termini di: iniziative organizzative, marketing e attività commerciali su una gamma più ambia di referenze.
• La prerogativa che la nuova organizzazione consenta ai singoli partecipanti di operare sui propri mercati di riferimento, senza pregiudizio alcuno, per le quote di mercato già detenute e che permetta altresì di dedicare risorse allo sviluppo di nuovi canali/mercati.
• La definizione di una struttura snella, in cui le decisioni possano essere prese in maniera efficace e con immediati ritorni, e che soprattutto non aggravi la filiera d’inutili costi di sovrastruttura che, in ultimo, non possono che incidere negativamente sulle liquidazioni dei produttori.

Il processo costitutivo è stato pertanto opposto rispetto al modello di aggregazione inizialmente prospettato: prima è stato definito il modello di business della nuova organizzazione e successivamente è stata creata la “scatola” organizzativa e societaria per implementare il modello definito.

La situazione è quindi al momento la seguente:
• Il progetto industriale è stato definito.
• I partecipanti sono stati identificati e la “potenza di fuoco” ad oggi disponibile è di circa 2 milioni di quintali tra pere e kiwi. La porta è comunque aperta per eventuali altre organizzazioni che, condividendo il progetto nel suo complesso, potranno decidere di aderire nel prossimo futuro.
• La struttura societaria nel suo complesso, così come la governance dell’organizzazione, è stata definita. In particolare, come scritto, la struttura sarà molto snella, con un coinvolgimento importante sia del management dei singoli partecipanti, sia delle funzioni tecnico-commerciali, che però rimangono in capo ai singoli partecipanti e non “caricano” di costi aggiuntivi la nuova organizzazione.
• Sulla base di apporti specifici e qualificati in ambito marketing e comunicazione, sono in via di definizione sia il nome della nuova organizzazione sia i brand con i quali questa veicolerà i propri prodotto sui mercati.

«Ci abbiamo messo alcuni mesi a completare il processo, ma lo abbiamo fatto seguendo una logica di progetto dai contenuti industriali piuttosto che puramente di comunicazione – conclude Cenzuales - . Ora siamo pronti ad affrontare la campagna pere 2015-2016 con un modello che riteniamo possa soddisfare il requisito iniziale del progetto: la creazione di maggior reddito per i produttori».