Il 2017 si può considerare come uno dei peggiori anni dal punto di
vista agronomico dell’ultima decade. Le gelate primaverili prima e l’eccezionale
siccità poi, hanno inevitabilmente condizionato la campagna su quasi tutte le
principali colture del territorio: frutta, vite, cereali sia primaverili sia
autunno-vernini, pomodoro. Tali eventi non possono non avere influenza sui risultati
gestionali della Cooperativa.
«Ci troviamo pertanto di fronte a un andamento disomogeneo rispetto al
2016: il consuntivo del primo semestre 2017 dà conto di un risultato
sensibilmente migliore rispetto al semestre dell’anno passato, beneficiando
degli effetti del buon andamento della campagna 2016; di converso, la
proiezione gestionale del secondo semestre evidenzia l’impatto fortemente
negativo della campagna 2017 – sottolinea Emilio Sabatini, Direttore Generale
di Terremerse - Il risultato di bilancio
atteso è sintesi di questi andamenti distonici e conferma, in ogni caso, una
condizione di equilibrio del conto economico prospettico. Dal punto di vista finanziario,
a oggi il cash flow operativo è migliorativo rispetto a pari periodo dell’anno
precedente, con conseguente vantaggio sulla posizione finanziaria netta
complessiva».
Andando ad analizzare gli andamenti dei singoli settori, il comparto
delle agroforniture nel primo semestre conferma il proprio fatturato e le
conseguenti marginalità, frutto di un modello consolidato, replicato su
territori non “domestici” (Mantova, Parma, Arezzo, Terni e Verona), che
affianca, a un’offerta competitiva di prodotti, servizi agronomici della propria
rete tecnica e capillarità delle strutture sui territori. Il buon andamento
semestrale è confermato in proiezione a fine anno, anche se, per le ragioni
espresse nella parte introduttiva, i volumi finali di vendita saranno inferiori
rispetto al potenziale. Da ricordare che, oltre agli eventi siccitosi, non hanno
influito positivamente le minori superfici messe a dimora del prodotto pomodoro
da industria, in concomitanza della “sospensione” dell’attività dello
stabilimento di Ferrara Food.
Il settore cerealicolo ha beneficiato nel primo semestre dei maggiori
quantitativi di prodotto in rimanenza finale sul bilancio 2016, dati da una
buona campagna di raccolta. Pertanto il fatturato, la marginalità e il flusso
di cassa risultano superiori rispetto a pari periodo dello scorso anno. Opposto
è l’andamento del secondo semestre, che se da un lato ha confermato una buona
campagna del cereale a paglia (sebbene con minori volumi), dall’altro ha
evidenziato un crollo delle quantità raccolte di cereali primaverili, in
particolare il prodotto mais, funestato in alcuni areali dal rischio aflatossine.
Tale circostanza in prospettiva del risultato di redditività finale ha di fatto
ribaltato il differenziale positivo maturato nel primo semestre. In aggiunta, non
aiuta il corrente andamento dei prezzi internazionali dei prodotti cerealproteici.
Anche il comparto ortofrutta non è stato al momento esente dagli
effetti dell’andamento climatico e dal conseguente calo dei volumi raccolti.
Inoltre, la campagna pomodoro, che come ricordato partiva svantaggiata dall’assenza
dello sbocco dell’industria Ferrara Food, ha dovuto scontare le problematiche collegate
alla precoce maturazione del prodotto causata dalle elevate temperature. In
relazione proprio alla questione Ferrara Food e ai crediti della campagna 2016
non riscossi da Pempacorer, nostra O.P. di riferimento, vale ricordare l’impegno
costante da parte della stessa, coadiuvata dai dirigenti di Terremerse in tutti
questi mesi (da agosto 2016), per esperire tutte le azioni possibili
finalizzate al recupero delle somme dovute (o perlomeno della massima parte). Pempacorer
e Cico sono le uniche O.P. a essere riuscite a porre un vincolo pignoratizio
sul magazzino prodotti di Ferrara Food, trasferito sulle vendite dei prodotti
stessi (in corso di attuazione) e quindi sui crediti e sugli incassi derivanti
da tale attività.
Il settore carni prosegue nel proprio percorso di necessario cambio di “pelle”,
affiancando e talvolta sostituendo alle produzioni tradizionali una linea nuova
di gastronomia costituita da prodotti ad alto valore aggiunto, pronti da
cuocere. In un anno le vendite sono raddoppiate e il livello di ricerca e
specializzazione raggiunti collocano il centro lavorazione carni di Terremerse
in una posizione di leadership nazionale nello specifico segmento. Il
cambiamento ha riguardato l’organizzazione interna dello stabilimento, l’orientamento
al mercato, il marketing, la ricerca e la qualità. Sono stati pertanto fatti
investimenti importanti sia in personale tecnico e commerciale, sia in costi di
promozione per azioni a sostegno delle vendite delle nuove produzioni. Gli
investimenti difficilmente (quasi mai) riescono a dare un ritorno immediato: il
settore, pertanto, pur avendo contribuito negli anni passati positivamente alla
redditività della Cooperativa, come nello scorso esercizio, evidenzia una
redditività caratteristica non positiva.
Conclude il Direttore Generale: «Come menzionato in apertura, il
risultato di gestione 2017 è in sostanziale equilibrio, considerando che ai
fattori esterni (clima in primis), che hanno condizionato gli andamenti dei settori
di attività, ha fatto da contraltare una sensibile riduzione dei costi generali
della Cooperativa, in termini organizzativi, di struttura e funzionamento. Il
risultato complessivo prospettico 2017 di Terremerse, sia economico sia
finanziario, sarà comunque nuovamente oggetto di verifica ulteriore in fase di
stesura dell’ultimo preconsuntivo annuale, prevista nel corso di questo mese di
novembre».