Nei giorni scorsi Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale
del Parlamento Europeo, ha incontrato a Bagnacavallo una rappresentanza di soci, dirigenti e collaboratori
di Terremerse. Ricevuto dall’Ad
della Cooperativa, Gilberto Minguzzi, e accompagnato dal Consigliere Regionale
Gianni Bessi, De Castro ha fatto il punto su quanto sta accadendo nel mondo
agricolo «sempre più globalizzato» e soprattutto, ascoltando anche le
problematiche sollevate dai rappresentanti di Terremerse, ha anticipato che «nel
biennio 2016-2017 lavoreremo anche per apportare riforme e aggiustamenti alla
PAC».
«Il crollo dei prezzi di molti
prodotti agricoli accompagnato dall’estrema volatilità, che negli ultimi anni
determina oscillazioni ampie e imprevedibili (e sempre al ribasso) dei prezzi
stessi, stanno continuando a minare un settore vitale come quello
agroalimentare – ha sottolineato De
Castro -. La volatilità dei prezzi agricoli è un fenomeno che si è
sempre verificato, ma non aveva mai assunto le attuali dimensioni e in
prospettiva aumenterà ancora. Avvisaglie di ripresa ce ne sono poche. Ad
aggravare la situazione c’è anche protrarsi dell’embargo russo, che
presumibilmente durerà almeno altri 6 mesi dal momento che la comunità
internazionale ha rinnovato per un tale periodo le sanzioni alla Russia».
Come fare quindi per aiutare il
settore? «Stiamo lavorando per creare un sistema di protezione del reddito
degli imprenditori agricoli attraverso l’utilizzo di strumenti di “gestione del
rischio”, modificando quanto è stato fatto fino ad ora, ossia attribuire
piccoli aiuti a ettaro in maniera indifferenziata, senza criteri e senza
valutazioni precise».
«Una boccata d’ossigeno per il
settore e per migliorare la crescita del mercato potrebbe arrivare dagli
accordi “trans-atlantici” che l’Europa sta cercando di stringere con gli USA,
anche se occorre riuscire a muoversi celermente per evitare che l’accordo venga
sottoscritto con l’area del Pacifico».
«L’attività dell’agricoltura del
nuovo millennio è molto cambiata. Non basta più fare prodotti validi, di
qualità, di ottime caratteristiche. Adesso occorre anche riuscire a collocare i
prodotti sul mercato “globale” a un prezzo equo. Per riuscire in tale scopo, il
singolo o la piccola realtà non possono fare molto e in Italia, purtroppo, il
mondo agricolo è ancora troppo disgregato per riuscire a soddisfare le
richieste della distribuzione organizzata internazionale. Occorre quindi creare
aggregazione, con regole condivise, chiare, precise e rispettate da tutti, per
portare all’estero i nostri prodotti in maniera organizzata».
Su questo argomento è intervenuto
anche l’Ad di Terremerse Gilberto Minguzzi:
«La Germania esporta il doppio dell’Italia in quanto ha strutture in grado
di farlo in tutto il Mondo. In Italia non abbiamo strumenti adeguati a favorire
e promuovere le partnership, non solo tra imprese di produzione, ma anche fra
queste e strutture della Grande Distribuzione in grado di agire su mercati
lontani. Se le agevolazioni vengono limitate nell’ambito delle sole piccole e
medie imprese, senza richiedere l’aggregazione di queste in reti adeguate ad
affrontare mercati lontani, difficilmente riusciremo a ricoprire un ruolo
internazionale. Gli aiuti vanno dati a chi può fare da “locomotiva” per
l’intero Paese. Un esempio? La francese
Carrefour è presente in più di trenta nazioni, Coop Italia, che è il primo
canale distributivo del nostro Paese, si sta ponendo solo ora l’obiettivo di
stringere accordi con partner stranieri per essere presente su mercati esteri…».