Il tema dell’aggregazione è un elemento molto sentito in tutto il
comparto ortofrutticolo e in particolare nel mondo cooperativo. È, infatti,
indubbio che affrontare le dinamiche di un mercato, sia esso nazionale o
internazionale, che tende ormai storicamente a deprimere i prezzi di vendita
dei prodotti ortofrutticoli, in maniera strutturata e coordinata, costituisca
un’importante condizione per creare valore lungo tutta la filiera e in primis
ai produttori.
L’aggregazione, però, di per sé non garantisce un valore aggiunto se
non si basa su un progetto industriale chiaro e condiviso, che realmente
consenta ai soggetti aggregati di muoversi in maniera coordinata e focalizzata
al raggiungimento del fine ultimo, ossia di aumentare le potenzialità di
reddito dei produttori.
Nello scorso mese di Aprile, la Cooperativa Terremerse/Pempacorer è
stata avvicinata da altre importanti strutture, principalmente appartenenti al
mondo cooperativo, per la costituzione di un’aggregazione finalizzata alla
realizzazione di un progetto il cui obiettivo era quello di creare valore
aggiunto sul prodotto pera. «Noi di Terrememrese abbiamo da subito condiviso
l’idea (Terremerse attraverso l’O.P. Pempacorer già partecipava, infatti, al
consorzio PeraItalia), ma non abbiamo condiviso il metodo, ossia l’assenza di
un piano industriale alla base dell’aggregazione stessa – commenta Alessandro
Cenzuales, Direttore Ortofrutta - Per questo motivo, dopo un serrato dibattito
interno, abbiamo deciso di non aderire».
Prosegue in Direttore: «Durante lo svolgimento di questo dibattito, ci
siamo resi conto che altre importanti organizzazioni, cooperative e non (tra
cui Aprofruit, Salvi, Spreafico e Zani), pur condividendo l’idea di base avevano
le stesse nostre perplessità. È quindi partito da subito un confronto molto
intenso e trasparente tra il management di queste organizzazioni (e di altre
che via via si sono aggiunte durante il percorso) che, durante i mesi di maggio
e giugno, ha portato alla definizione di un progetto industriale condiviso»
Le cui caratteristiche principali del progetto sono:
• La creazione di un’organizzazione che sia aperta a soggetti industriali
(ossia con il pieno controllo della filiera dalla produzione alla
commercializzazione) di una certa dimensione (e non quindi direttamente ai
singoli produttori) al fine di consentire un ragionamento su logiche industriali
comuni.
• La possibilità che questa organizzazione possa ottimizzare il
posizionamento dei propri membri non solo in ambito di una singola referenza
(in questo caso il solo prodotto pera), ma che consenta di massimizzare il
ritorno in termini di: iniziative organizzative, marketing e attività commerciali
su una gamma più ambia di referenze.
• La prerogativa che la nuova organizzazione consenta ai singoli
partecipanti di operare sui propri mercati di riferimento, senza pregiudizio
alcuno, per le quote di mercato già detenute e che permetta altresì di dedicare
risorse allo sviluppo di nuovi canali/mercati.
• La definizione di una struttura snella, in cui le decisioni possano
essere prese in maniera efficace e con immediati ritorni, e che soprattutto non
aggravi la filiera d’inutili costi di sovrastruttura che, in ultimo, non
possono che incidere negativamente sulle liquidazioni dei produttori.
Il processo costitutivo è stato pertanto opposto rispetto al modello di
aggregazione inizialmente prospettato: prima è stato definito il modello di
business della nuova organizzazione e successivamente è stata creata la
“scatola” organizzativa e societaria per implementare il modello definito.
La situazione è quindi al momento la seguente:
• Il progetto industriale è stato definito.
• I partecipanti sono stati identificati e la “potenza di fuoco” ad
oggi disponibile è di circa 2 milioni di quintali tra pere e kiwi. La porta è
comunque aperta per eventuali altre organizzazioni che, condividendo il
progetto nel suo complesso, potranno decidere di aderire nel prossimo futuro.
• La struttura societaria nel suo complesso, così come la governance
dell’organizzazione, è stata definita. In particolare, come scritto, la
struttura sarà molto snella, con un coinvolgimento importante sia del
management dei singoli partecipanti, sia delle funzioni tecnico-commerciali, che
però rimangono in capo ai singoli partecipanti e non “caricano” di costi
aggiuntivi la nuova organizzazione.
• Sulla base di apporti specifici e qualificati in ambito marketing e
comunicazione, sono in via di definizione sia il nome della nuova
organizzazione sia i brand con i quali questa veicolerà i propri prodotto sui
mercati.
«Ci abbiamo messo alcuni mesi a completare il processo, ma lo abbiamo
fatto seguendo una logica di progetto dai contenuti industriali piuttosto che
puramente di comunicazione – conclude Cenzuales - . Ora siamo pronti ad affrontare la campagna pere 2015-2016 con un modello
che riteniamo possa soddisfare il requisito iniziale del progetto: la creazione
di maggior reddito per i produttori».