«In vista dell’imminente campagna frutticola
estiva possiamo fare alcune considerazioni. Allo stato attuale, con le condizioni
climatiche che ci sono state fin'ora e quelle che i modelli previsionali ci
indicano, in linea di massima crediamo che, per quanto riguarda Terremerse, la
campagna estiva si attesterà sui valori medi dei differenti territori»
introduce il Presidente di Terremerse, Marco Casalini.
Per quanto riguarda le albicocche, si
può ipotizzare una significativa riduzione delle quantità (circa 27%), che sarà
variabile a seconda della cultivar e in particolare per le precoci e le medio
precoci. Una riduzione che si manifesterà “a macchia di leopardo” un po’ in
tutte le zone. In specifico in Basilicata avremo riduzioni di produzione per
alcune varietà per il mancato soddisfacimento delle ore di freddo.
Anche per le susine si prevede un calo
di produzione a oggi ancora non quantificabile con precisione ma sicuramente significativo
rispetto al 2014 (circa 35%).
Le nettarine dovrebbero garantire una
produzione che, allo stato attuale, dovrebbe essere in linea con quella del 2014
per quanto riguarda le rese/Ha e in calo di un 5-8% come produzione complessiva
causa la diminuzione degli Ha in Romagna; mentre nelle pesche ci si aspetta un
calo ipotizzabile del 7-8% sempre per
quanto riguarda la Romagna.
In particolare per pesche e nettarine,
grazie alle politiche di sviluppo messe in atto da Terremerse negli anni al di
fuori del territorio romagnolo (e più precisamente in Basilicata, Calabria,
Puglia e Sicilia), le previsioni di produzioni fanno segnare un sensibile
aumento dei volumi: +38% per le pesche (per un totale di quasi 25.000 quintali)
e +5% per le nettarine (per un totale di oltre 71.500 quintali).
«Dobbiamo lavorare, inoltre, su specie e
cultivar apprezzate dal mercato, cercando di anticipare quelle che saranno le
richieste dei mercati, vicini e lontani, nuovi e vecchi, consolidati ed
emergenti – spiega Casalini - Occorre quindi essere capaci di strutturare la
fase di produzione e lavorazione dei prodotti in base alle richieste molteplici
dei mercati e poi supportare il tutto attraverso adeguate azioni di marketing, indispensabili
per fornire riconoscibilità ai nostri prodotti.
I nostri prodotti ortofrutticoli devono
essere facilmente identificabili perché sono sinonimo di qualità per i
consumatori. Altro elemento da non trascurare è quello delle quantità. Dobbiamo
essere in grado di fare “massa critica” e per fare questo occorre avere
capacità d’aggregazione per raggiungere anche mercati fino a oggi difficili e
lontani, ma non impossibili».
Conclude il Presidente: «Aggregazione
che è sempre stato un bisogno e un punto di forza del mondo agricolo. Noi di
Terremerse abbiamo da sempre intrapreso questa strada, come testimonia la nostra
lunga storia cooperativa – iniziata oltre cento anni fa – e come testimoniano,
in tempi più recenti, gli accordi commerciali che come Terremerse/Pempacorer
abbiamo già in essere con Apofruit. Stiamo anche valutando nuove sinergie, sia
per consolidare i mercati già esistenti, sia per intraprenderne dei nuovi».