Il primo semestre 2014 e i mesi seguenti sono stati
caratterizzati da un andamento climatico anomalo che ha influito negativamente
sia sulla qualità delle produzioni frutticole e cerealicole, sia sulle quantità
in particolare in riferimento al pomodoro. In aggiunta, nel comparto frutticolo
la sovrapposizione di prodotto proveniente da diversi areali e le basse
temperature, con conseguente calo dei consumi, hanno contribuito a far crollare
i prezzi delle produzioni.
In questo scenario Terremerse ha svolto la propria attività
incrementando ulteriormente il volume d’affari rispetto a pari periodo dello
scorso esercizio (88 milioni di euro contro 85) con la prospettiva di
attestarsi a fine anno oltre i 167 milioni di euro, contro i 162 milioni dello
scorso 2013.
«Il risultato complessivo della gestione del semestre è
migliorativo rispetto al 2013, così come la proiezione di chiusura di bilancio
di fine anno; andamento che peraltro sarà sottoposto a verifica in occasione
del consueto controllo contabile al 30 settembre – sottolinea Emilio Sabatini,
Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo di Terremerse -. La posizione
finanziaria netta della Cooperativa è equilibrata e, nel periodo considerato,
migliorativa rispetto al 2013, anche se le condizioni congiunturali possono far
ritenere che nell’ultima parte del 2014 i flussi di cassa saranno meno favorevoli
rispetto a pari periodo dello scorso anno».
La spinta alla crescita citata proviene quasi esclusivamente
dal settore delle agroforniture, in parte favorito da fattori metereologici, ma
anche e soprattutto dal consolidamento del proprio modello di business sia sul
territorio “tradizionale” sia su altri areali, in particolare Lombardia, Umbria
e Toscana. Pertanto rispetto al fatturato di 60 milioni di euro raggiunto alla
fine dello scorso anno, si ritiene che nel 2014 il settore potrà sviluppare oltre
65 milioni. Solo cinque anni fa, nel 2009, il volume d’affari si attestava a
“soli” 38 milioni di euro.
Il settore delle macchine e attrezzature agricole, di
contro, continua a subire gli effetti di una congiuntura economica sfavorevole e
in particolare di annate agrarie che non favoriscono la propensione degli
agricoltori a investire.
Il settore cerealproteico da molti mesi ormai vede una
costante diminuzione delle quotazioni dei prodotti, in particolare grano tenero
e mais. Le cause di questi ribassi risiedono nell’abbondanza degli stock in
quasi tutti i Paesi esportatori, che unita a una qualità generalmente bassa e
all’aggressività degli operatori del Mar Nero (Russia in primis), deprime i
prezzi anche nella Ue, nonostante l’indebolimento dell’euro nei confronti del
dollaro Usa. In relazione ai quantitativi raccolti, la campagna del grano 2014 per
Terremerse è stata soddisfacente e in linea con le previsioni di budget, mentre
qualitativamente il prodotto ha risentito dei fattori climatici. Da un punto di
vista gestionale e d’impatto sul bilancio della Cooperativa, comparativamente
al semestre 2013, le minori marginalità unitarie sono state compensate da maggiori
quantitativi provenienti dalla campagna precedente, permettendo un risultato in
linea con le previsioni.
Il settore ortofrutticolo, come ricordato in premessa, ha subito
varie concomitanze negative, quali la scarsa qualità, la diminuzione dei
consumi e, da ultimo, l’embargo deciso dalla Russia. Ciò ha determinato prezzi
di vendita del prodotto estivo molto inferiori rispetto a pari periodo del
2013, dai 30 a 40 centesimi di euro al chilo in meno. Sebbene risulti
difficoltoso fare previsioni gestionali del settore per la chiusura di bilancio
2014 - considerando che la campagna 2014 è di fatto in corso sia
commercialmente sia in relazione al prodotto in ingresso (produzioni autunnali
e invernali) - Terremerse inizia a portare a valore gli accordi di collaborazione
commerciale con Apofruit e il progetto relativo alla costituzione di una
società (Fruit Services) per la gestione nel magazzino di Faenza delle lavorazioni
del prodotto anche di proprietà di terzi, nell’intento di ridurre l’incidenza
dei costi di struttura del settore.
L’attività di produzione e commercializzazione delle carni fresche
e stagionate nello stabilimento di Voltana, dopo l’exploit di redditività del
2013, conferma il buon andamento gestionale. Nel 2014 con la costituzione di
Borgo Buono Srl, è stato avviato un progetto di valorizzazione delle produzioni
attraverso una politica di marchio. Pertanto alla indiscussa e riconosciuta
qualità del prodotto si è pensato di affiancare un’ adeguata politica di
marketing e commerciale, per poter accedere a nuovi canali di mercato e
segmenti di clientela in Italia e all’estero.