Le operazioni di raccolta
dei cereali a paglia sono terminate ed è già possibile fare alcune valutazioni
di massima sui risultati produttivi di questa campagna, che purtroppo non hanno
brillato e nella maggior parte dei casi si sono rivelati molto bassi.
Quasi ovunque le produzioni e le
caratteristiche qualitative principali si sono rilevate inferiori a quelle
dello
scorso anno.
Questo è dovuto
principalmente all’abbondante piovosità di quest’anno che non ha certamente
favorito il normale sviluppo vegetativo dei cereali a paglia e, spesso, i ristagni idrici hanno creato un ambiente
non favorevole alla colture stesse e a volte non ha consentito di effettuare
concimazioni, diserbi e i trattamenti di difesa nei giusti tempi.
I risultati sono stati
molto altalenanti nei diversi areali, anche nelle aziende agricole della stessa
zona, proprio in funzione delle condizioni di drenaggio presenti.
Oltre
alla piovosità, gli
sbalzi di temperatura, con forte escursione termica giorno/notte, possono essere una delle
cause del minor numero di cariossidi/spiga, che insieme al minor numero di
culmi giustificano le rese inferiori alla norma.
In
generale la produzione è stata inferiore del 15/20 % rispetto al 2012, con rese medie che variano a
seconda degli areali produttivi.
«Nell’area del ravennate possiamo dire che per quanto riguarda i frumenti
teneri, quelli comunemente chiamati “misti rossi”, hanno reagito meglio alle
sfavorevoli condizioni atmosferiche con rese medie che oscillano tra i 6-6,5
tn/ha, con anche delle punte per alcune varietà che hanno superato le 8 tn/ha;
mentre per i frumenti teneri “bianchi” e il frumento duro le cose sono andate
diversamente ed escono più penalizzati – spiega Augusto Verlicchi, Direttore
settore cerealproteici di Terremerse -
Stessa situazione, ma con rese medie leggermente inferiori nell’area del ferrarese: 5,5-6,5 tn/ha per i grani
teneri rossi e 5 -6 tn/ha per i grani teneri bianchi, 4,5-5,5 tn/ha per il
grano duro.»
Anche da un punto di vista
qualitativo la situazione dei frumenti teneri e del frumento duro è molto
disforme
e certamente
notevolmente diversa rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i teneri,
la prevalenza di prodotto con peso ettolitrico da 78/80 è compensato con
partite che presentano pesi elevati di 83/84, con un livello proteico medio di
circa 12,50 -13. Per i duri un peso ettolitrico medio attorno a 79-80 e un
livello
proteico medio
da 12 a 13, comunque di quasi 2 punti inferiore allo scorso anno, con purtroppo
un aumento di cariossidi Volpate e soprattutto del “Bianconato”, un po' su
tutte le varietà.
«Per quanto riguarda il dato sulla quantità
ritirata da Terremerse, il risultato è molto confortante e in controtendenza rispetto a
un generale calo produttivo: infatti abbiamo superato il quantitativo ritirato lo
scorso anno – sottolinea Verlicchi - In termini generali, il nostro dato è
certamente più interessante se lo rapportiamo al lieve incremento delle
superfici, che il bollettino Agrit di giugno ha stimato per l’Emilia Romagna:
appena un + 3% rispetto al 2012». Mentre per
quanto riguarda la situazione delle superfici a
livello
nazionale, sempre il bollettino Agrit appena pubblicato sul sito del Ministero
delle Politiche Agricole stima:
• Frumento
duro:
1.081.000 ettari
(-17% rispetto al 2012);
• Frumento
tenero:
601.000 ettari (-3%);
• Orzo:
274.000 ettari (+
2%).
Le rese
produttive inferiori alla norma sia di frumento tenero e sia di frumento duro,
con oscillazioni notevoli
anche
nell’ambito delle stesse varietà, le caratteristiche merceologiche in molti
casi al di sotto degli standard normali con pesi specifici e indici proteici
mediamente bassi in particolare per frumenti duri, creano i presupposti per una
campagna commerciale difficile e dall’andamento incerto.
Dopo un’annata,
quella scorsa, caratterizzata da prezzi di tutto rispetto, assistiamo in quest’avvio di
campagna al un calo di tutte le precedenti quotazioni, soprattutto
per effetto di una maggior disponibilità di prodotto nella U.E. L’andamento
stagionale sta favorendo le buone rese produttive degli altri Paesi europei,
anche se ancora regna una certa incertezza sulla qualità dei raccolti.
Il contesto di riferimento,
dunque, si presenta diverso a quello dello scorso anno, quando gli effetti della
siccità sulle produzioni avevano influenzato positivamente la partenza delle
quotazioni dei principali cereali.
Quest’anno c’è quindi da
attendersi un situazione commerciale “più normale” rispetto a quella del 2012: la differenza sarà molto
incentrata sugli aspetti qualitativi dei diversi areali produttivi.
Conclude Verlicchi: «A
fronte, comunque, di annate produttive che da un punto di vista climatico si
differenziano notevolmente e che influiscono non solo sui risultati produttivi
ma anche a livello commerciale, la corretta gestione “agronomica”, a iniziare
dalla sistemazione e preparazione del letto di semina, passando per una giusta
fertilizzazione impostata su una “analisi del terreno” per evitare sprechi ma
anche carenze, un’attenta e puntuale difesa, l'individuazione della “tipologia”
e della “varietà” più adatta all’areale di produzione e la valorizzazione
mercantile, compreso la gestione commerciale e la sua immissione sul mercato, diventano fattori determinanti e
irrinunciabili per mantenere la redditività della coltura».