Venerdì 6 settembre dalle ore 10
alla Coop. Giulio Bellini (via Garusola 3, Filo d’Argenta) farà tappa il TTV
Tour 2013 Deutz-Fahr. In questa occasione i soci di Terremerse potranno
vedere all’opera e provare alcuni dei trattori a trasmissione continua più
performanti delle Serie 7 e 6.
via Cà del Vento, 21 - 48012 Bagnacavallo (Ravenna) TEL. +39 0545 68111 FAX. +39 0545 68068 info@terremerse.it www.terremerse.it
giovedì 29 agosto 2013
lunedì 26 agosto 2013
Cereali a paglia: prime valutazioni sulla campagna 2013
Le operazioni di raccolta
dei cereali a paglia sono terminate ed è già possibile fare alcune valutazioni
di massima sui risultati produttivi di questa campagna, che purtroppo non hanno
brillato e nella maggior parte dei casi si sono rivelati molto bassi.
Quasi ovunque le produzioni e le
caratteristiche qualitative principali si sono rilevate inferiori a quelle
dello
scorso anno.
Questo è dovuto
principalmente all’abbondante piovosità di quest’anno che non ha certamente
favorito il normale sviluppo vegetativo dei cereali a paglia e, spesso, i ristagni idrici hanno creato un ambiente
non favorevole alla colture stesse e a volte non ha consentito di effettuare
concimazioni, diserbi e i trattamenti di difesa nei giusti tempi.
I risultati sono stati
molto altalenanti nei diversi areali, anche nelle aziende agricole della stessa
zona, proprio in funzione delle condizioni di drenaggio presenti.
Oltre
alla piovosità, gli
sbalzi di temperatura, con forte escursione termica giorno/notte, possono essere una delle
cause del minor numero di cariossidi/spiga, che insieme al minor numero di
culmi giustificano le rese inferiori alla norma.
In
generale la produzione è stata inferiore del 15/20 % rispetto al 2012, con rese medie che variano a
seconda degli areali produttivi.
«Nell’area del ravennate possiamo dire che per quanto riguarda i frumenti
teneri, quelli comunemente chiamati “misti rossi”, hanno reagito meglio alle
sfavorevoli condizioni atmosferiche con rese medie che oscillano tra i 6-6,5
tn/ha, con anche delle punte per alcune varietà che hanno superato le 8 tn/ha;
mentre per i frumenti teneri “bianchi” e il frumento duro le cose sono andate
diversamente ed escono più penalizzati – spiega Augusto Verlicchi, Direttore
settore cerealproteici di Terremerse -
Stessa situazione, ma con rese medie leggermente inferiori nell’area del ferrarese: 5,5-6,5 tn/ha per i grani
teneri rossi e 5 -6 tn/ha per i grani teneri bianchi, 4,5-5,5 tn/ha per il
grano duro.»
Anche da un punto di vista
qualitativo la situazione dei frumenti teneri e del frumento duro è molto
disforme
e certamente
notevolmente diversa rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i teneri,
la prevalenza di prodotto con peso ettolitrico da 78/80 è compensato con
partite che presentano pesi elevati di 83/84, con un livello proteico medio di
circa 12,50 -13. Per i duri un peso ettolitrico medio attorno a 79-80 e un
livello
proteico medio
da 12 a 13, comunque di quasi 2 punti inferiore allo scorso anno, con purtroppo
un aumento di cariossidi Volpate e soprattutto del “Bianconato”, un po' su
tutte le varietà.
«Per quanto riguarda il dato sulla quantità
ritirata da Terremerse, il risultato è molto confortante e in controtendenza rispetto a
un generale calo produttivo: infatti abbiamo superato il quantitativo ritirato lo
scorso anno – sottolinea Verlicchi - In termini generali, il nostro dato è
certamente più interessante se lo rapportiamo al lieve incremento delle
superfici, che il bollettino Agrit di giugno ha stimato per l’Emilia Romagna:
appena un + 3% rispetto al 2012». Mentre per
quanto riguarda la situazione delle superfici a
livello
nazionale, sempre il bollettino Agrit appena pubblicato sul sito del Ministero
delle Politiche Agricole stima:
• Frumento
duro:
1.081.000 ettari
(-17% rispetto al 2012);
• Frumento
tenero:
601.000 ettari (-3%);
• Orzo:
274.000 ettari (+
2%).
Le rese
produttive inferiori alla norma sia di frumento tenero e sia di frumento duro,
con oscillazioni notevoli
anche
nell’ambito delle stesse varietà, le caratteristiche merceologiche in molti
casi al di sotto degli standard normali con pesi specifici e indici proteici
mediamente bassi in particolare per frumenti duri, creano i presupposti per una
campagna commerciale difficile e dall’andamento incerto.
Dopo un’annata,
quella scorsa, caratterizzata da prezzi di tutto rispetto, assistiamo in quest’avvio di
campagna al un calo di tutte le precedenti quotazioni, soprattutto
per effetto di una maggior disponibilità di prodotto nella U.E. L’andamento
stagionale sta favorendo le buone rese produttive degli altri Paesi europei,
anche se ancora regna una certa incertezza sulla qualità dei raccolti.
Il contesto di riferimento,
dunque, si presenta diverso a quello dello scorso anno, quando gli effetti della
siccità sulle produzioni avevano influenzato positivamente la partenza delle
quotazioni dei principali cereali.
Quest’anno c’è quindi da
attendersi un situazione commerciale “più normale” rispetto a quella del 2012: la differenza sarà molto
incentrata sugli aspetti qualitativi dei diversi areali produttivi.
Conclude Verlicchi: «A
fronte, comunque, di annate produttive che da un punto di vista climatico si
differenziano notevolmente e che influiscono non solo sui risultati produttivi
ma anche a livello commerciale, la corretta gestione “agronomica”, a iniziare
dalla sistemazione e preparazione del letto di semina, passando per una giusta
fertilizzazione impostata su una “analisi del terreno” per evitare sprechi ma
anche carenze, un’attenta e puntuale difesa, l'individuazione della “tipologia”
e della “varietà” più adatta all’areale di produzione e la valorizzazione
mercantile, compreso la gestione commerciale e la sua immissione sul mercato, diventano fattori determinanti e
irrinunciabili per mantenere la redditività della coltura».
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giovedì 22 agosto 2013
Monitorare la risposta produttiva della coltura
La
registrazione di dati sul modo in cui ha risposto la pianta in termini
produttivi risulta agevole oramai con la maggior parte delle macchine da
raccolta, costituendo un’interessante opportunità per l’azienda agricola che
può così quantificare in maniera oggettiva quanto ha prodotto la coltura
nei diversi appezzamenti e nelle singole porzioni di ognuno di questi.
A fronte di
tale evoluzione tecnica, però, non sempre si accompagna un soddisfacente
interesse da parte dell’azienda fondamentalmente per due motivi:
il primo è che
l’operatore non ha mai avuto a disposizione questo strumento e quindi persegue
nella convinzione di poterne fare a meno, certo di poter contare
sull’esperienza maturata negli anni e sulle informazioni raccolte nelle diverse
stagioni. In realtà questo strumento non va a sostituire il ruolo
dell’operatore, ma va ad integrare in maniera oggettiva le conoscenze e i
riscontri delle stagioni precedenti, e proprio per questo risulta molto interessante
per poter puntare a ottenere il massimo risultato da ogni appezzamento
coltivato;
il secondo, non meno
importante, è legato alla confidenza dell’operatore con sistemi di
registrazione, dati e software di analisi: il tutto si è spesso risolto con la
stampa dei dati grezzi per una loro consultazione a posteriori, risultata poi
poco utile in quanto non rappresentativa spesso delle condizioni presenti in
campo.
A fronte di
un interesse che sta crescendo nei confronti dell’argomento, è bene sottolineare
un aspetto molto importante: se la possibilità di avere a disposizione dei dati
su come producono gli appezzamenti è un’opportunità per tutte le aziende, non è
altrettanto facile che tutte le aziende possano arrivare a utilizzare le
informazioni contenute nei dati raccolti in campo.
Giusto per
fare un esempio: i dati registrati possono contenere degli
errori, vanno quindi puliti, vanno poi comparati a quelli degli altri
appezzamenti e vanno interpretati per poter ricavarne le informazioni
necessarie a gestire nel modo migliore le differenze che si presentano in una
mappa di produzione. Ma queste operazioni vengono compiute una volta l’anno,
dopo la raccolta, e quindi per quanto potente e affidabile possa essere il
software con cui vengono realizzate, spesso è facile dimenticare i passaggi da
eseguire o il percorso completo per arrivare a dei dati attendibili su cui fare
dei ragionamenti. E proprio questo, a volte, scoraggia l’operatore, anche a
causa di un approccio troppo semplicistico o poco preparato da parte di chi
affianca l’azienda o da anni parla di questi argomenti senza averne piena e
adeguata conoscenza: tutto ciò, infatti, ha portato a una diminuzione del
valore delle mappe di produzione, che è bene precisare in maniera chiara non
servono né per capire se il campo produce di più o di meno, dato che questa
informazione è già conosciuta dall’azienda, né se ci sono delle differenze di
produzione, perché nel 90% dei casi la risposta produttiva di un appezzamento
non è mai omogenea al suo interno, quale che sia la coltura.
Una mappa di
produzione serve invece per definire la reale potenzialità produttiva di un
appezzamento, così da adeguare a questa l’impiego di mezzi tecnici: alle
informazioni che in essa sono contenute si devono perciò aggiungere i dati
sulle proprietà del terreno, oltre che quelli relativi alla capacità produttiva
dell’ibrido o della varietà coltivati.
Solo in
questo modo le informazioni raccolte nel corso degli anni possono essere
veramente di aiuto all’azienda agricola per rendere ancora più preciso il modo
in cui vengono coltivati i singoli appezzamenti, rispetto a quanto l’azienda
non sappia già fare a partire dai dati di resa media, che però appiattiscono e
nascono delle differenze la cui gestione è spesso conveniente dal punto di
vista economico.
Dal punto di
vista pratico, al fine di poter arrivare a completare l’intero percorso della
mappatura, è bene cominciare con il raccogliere dei dati realistici e
attendibili già dal campo, tenendo a mente quattro regole fondamentali.
1 I sensori sono
oggi in grado di eseguire delle misure molto precise, ma è
necessario avere cura del loro stato e quindi verificarne l’usura: un esempio
molto diffuso è dato dalle piastre di lettura del sensore di quantità di
prodotto raccolto, che va tenuta sotto controllo così da evitare delle letture
troppo discordi rispetto al peso reale. Spesso, infatti, l’operatore non
riuscendo ad allineare i due valori tralascia questo accorgimento registrando
dei dati non coerenti con la situazione in campo, anche se i realtà è proprio
lo stato del sensore la causa del malfunzionamento.
2 Spesso le
condizioni in cui si raccoglie il prodotto sono soggette a variazioni non
previste, legate spesso al prodotto allettato (es. grano o riso) o a
differenti stadi di maturazione (es. soia) all’interno dello stesso
appezzamento: per evitare di registrare dati poco attendibili è sufficiente
correggere il modo in cui il sensore esegue le misurazioni, cosa che oggi si
può fare comodamente interagendo con il monitor in cabina, senza interrompere
il lavoro.
3 Per i sistemi
volumetrici, che necessitano del peso specifico della granella per la stima
della quantità raccolta, è bene ripetere la misura di questo parametro almeno a
ogni cambio di varietà raccolta o quando le condizioni del campo risultano
visibilmente differenti, così da garantire dei dati confrontabili poi con
quelli reali misurati alla pesa o al centro di raccolta.
4 Qualsiasi
sistema stima la quantità a partire dall’area raccolta, che a sua volta dipende
dalla larghezza della barra: se questa varia, allora anche il dato può
risultare più o meno falsato, in quanto il prodotto pesato non viene riferito
alla corretta superficie. Questo problema, che nel caso delle macchine da
raccolta di nuova generazione viene risolto in automatico dal sistema grazie
alla capacità di riconoscere in ogni momento la posizione della macchina
rispetto alla passata che l’operatore sta compiendo, può essere facilmente
evitato anche nei sistemi meno recenti agendo semplicemente sul tasto apposito
durante la raccolta: tale operazione, che non comporta alcuna perdita di tempo
per l’operatore è in grado di preservare la qualità del dato registrato.
mercoledì 21 agosto 2013
E’ uscito il nuovo numero della rivista Terremerse
E'
uscito il numero 4-2013 (agosto) della Rivista "Terremerse territori e
mercati in rete". Come di consueto, sono molti e interessanti gli
argomenti trattati. Di seguito il sommario.
La
rivista è inoltre consultabile anche online da questo sito (previa
registrazione) con la modalità “sfogliabile” oppure da iPad (previa
abilitazione da parte della Redazione).
Editoriale
Diventa obbligazionista con il prestito “Sviluppo
Solidale”
Notizie
dalla cooperativa
Risparmio per i Soci grazie a Consenergy2000
Nuove Convenzioni per i Soci Terremerse
Filiere
Cereali a paglia: prime valutazioni sulla campagna
2013
Centri di ritiro mais, sorgo, soia, girasole 2013/14
Campagna frutta estiva: prime indicazioni dal mercato
Terremerse nel 2012 ha ritirato 43.500 ql. di kiwi
La nuova PAC 2014 - 2020
Agrotecnica
Quali fertilizzazioni in questo periodo?
Indicazioni fitosanitarie e agronomiche
Cynodon dactylon: infestante di difficile controllo
Agricoltura
di precisione
Misurare il vigore vegetativo del vigneto
Macchine
e attrezzature
TTV 7250 un nuovo punto di
riferimento
Giardini
e orti
Spazi verdi: dal progetto alla realizzazione. Fase 4
I lavori nell’orto per il
mese di agosto e settembre
Attualità
Consigli per i piccoli
allevamenti familiari
Appunti
digitali
PDF - Portable Document
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Cucina
Peperoni ripieni di carne di
maiale e salsiccia
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