Grande affluenza di imprenditori agricoli per l’incontro di aggiornamento organizzato
da Terremerse dal titolo “Tecniche evolutive in fruttiviticoltura per il
miglioramento delle produzioni e la riduzione dei costi di gestione”. Alla
serata, introdotta dal presidente di Terremerse Marco Casalini, hanno
partecipato oltre 100 persone che hanno seguito con attenzione le relazioni,
approfittando dell’opportunità per porre dei quesiti nel corso del dibattito o a
livello individuale nelle fasi successive del convegno.
Il primo degli
argomenti affrontati nella serata è stato “Il diradamento meccanico nelle
drupacee”, svolto da Mattia Onofri,
responsabile delle scelte varietali e della tecnica agronomica per Terremerse.
L’apparecchiatura testata è quella denominata Darwin, ideata
e messa a punto in Germania, dove viene impiegata soprattutto per il
diradamento del melo, ma che nei nostri areali si ritiene possa trovare valida
applicazione soprattutto nel diradamento delle drupacee in fioritura. La
macchina è trasportata da una trattrice e consiste di un rotore con flagelli
che percuotendo i fiori ne riduce il numero. L’entità del diradamento dipende
dai giri al minuto del rotore, dalla sua distanza dai fiori e dalla velocità di
avanzamento della trattrice. Per una ideale applicazione l’apparecchiatura
Darwin, così come è configurata ora,
richiede forme di allevamento in parete poco espanse: sono però in fase
di apprestamento anche configurazioni idonee per il diradamento del vaso
ritardato.
Nel 2012 Terremerse ha condotto diverse verifiche
applicative per conteggiare i tempi richiesti dal diradamento meccanico e
risparmiati come diradamento manuale su
albicocco, susino e pesco: inoltre si è verificata la qualità della produzione
ottenuta.
I risultati sono stati estremamente positivi, sia per la
riduzione dei costi sia per la qualità della frutta: in particolare si è
evidenziato che eliminare precocemente la competizione tra i fiori accelera
notevolmente lo sviluppo dei frutti rimasti, con un considerevole guadagno
nelle pezzature.
Successivamente si è passati al tema “Metodi e tecniche per
una migliore gestione dell’irrigazione”.
Valerio Bucci,
responsabile Terremerse per la difesa e la nutrizione, ha tratteggiato il quadro
della situazione irrigua nei nostri comprensori, con le pesanti carenze
pluviometriche degli ultimi anni e il depauperamento delle risorse idriche.
Particolarmente significativo l’appesantimento dei costi per l’irrigazione
dell’actinidia, quantificabile negli ultimi anni in 800-1.100 euro per ettaro.
Terremerse ha avviato da alcuni anni un’attività di collaborazione con
Agricultural Support per la razionalizzazione nell’impiego dell’acqua e la
riduzione di questi costi: in questi anni si è lavorato su pomodoro da
industria, patata, mais, vite, pesco, melo, actinidia, ecc. Un’esperienza di
campo condotta nel 2012 ha messo in luce che l’irrigazione guidata ha
consentito di ridurre di oltre il 30% il consumo di acqua nell’actinidia, senza
penalizzare rese e qualità.
Successivamente è stato il turno di Alberto Montagna, di Agricultural Support, che ha illustrato
l’attività sviluppata dalla sua azienda, che parte dallo studio del terreno a
disposizione delle aziende agricole e delle colture, con la caratterizzazione
della capacità idrica di ogni suolo, cui poi fa seguito l’installazione di
sonde in azienda per seguire in tempo reale l’evoluzione dello stato idrico e
guidare in questo modo i turni e l’entità delle irrigazioni. I vantaggi si
esplicano nella riduzione dei costi sopra citati, ma anche nell’aumento
dell’efficienza dei sistemi produttivi agricoli, che per le carenze o gli
eccessi idrici che vengono a subire a causa delle errate irrigazioni vedono
estremamente penalizzate le loro potenzialità produttive.